Paul Deussen - Die Elemente der Metaphysik Leipzig, 1902.
p. 16
Segnaliamo la 3a edizione di questi Elementi di Metafisica (già tradotti in inglese e in francese), nei quali l'autore espone in forma sistematica, chiara ed attraente, una specie di sincretismo filosofico-religioso, fatto principalmente di Kant-Schopenhauer e di speculazione indiana, della quale il Deussen è, tra gli occidentali, il più profondo conoscitore. Procede una dissertazione sopra l'essenza dell'idealismo, in cui si sostiene la tesi Kant-schopenhaueriana della «empirische Realität» e della «trascendentale Idealität» del mondo, ossia l'accordo gnoseologico tra il materialismo scientifico e la concezione idealistica mercé il riferimento della realtà materiale ad un trascendentale soggetto di conoscenza. Così, si può ben dire che la rappresentazione Empirica è un prodotto del nostro cervello, e considerare, al tempo stesso, il cervello come rappresentazione. Il circolo non è che apparente e si fonda sopra una ...(citazione indiana)..., sopra una confusione tra coscienza empirica e coscienza trascendentale. Quella è propriamente una funzione del cervello, nasce e perisce insieme con esso; non così la coscienza trascendentale, che è al di là di ogni esperienza, ed è il contenente unico ed eterno della esperienza nella sua totalità. Onesta ultima nozione si trova adombrata nell'intelletto mondiale (Hiranyagarbha) del sistema Vcdànta, nel mahàn della filosofia Sànkhya, nell'anima del mondo di Platone, nel ...(citazione indiana)... dei neoplatonici, nel ...(citazione indiana)... di Filone e del Nuovo Testamento, nell'Adam Kadmon della Kabbàla, nell'intetlectus infinito Dei dello Spinoza.
Il libro è diviso in due parti: nella prima si svolge il punto di vista empirico o fisico, nella seconda il punto di vista trascendentale o metafisico. Il sistema della metafisica comprende la teoria della conoscenza, la metafisica della natura, del bello e della morale. Chi conosce a fondo lo Schopenhauer non troverà in questo libro gran chè di nuovo, tranne i copiosi riferimenti alla filosofia indiana. Questi non formano uno dei soliti pesanti corredi di erudizione, ma si innestano senza sforzo al testo col quale costituiscono veramente un tutto organico. Perciò gli «Elementi» del Deussen possono considerarsi come una eccellente introduzione allo studio dei pensatori indiani, dei quali lo stesso autore ci ha in gran parte dischiusi i segreti con al classica opera «Das System des Vedànta,» col primo volume della sua Storia universale della Filosofia, e con le belle traduzioni di sessanta upanishadi e dei sùtras del Vedànta.
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